Il canto è un’espressione che risponde all’innato bisogno umano di dar voce alle emozioni che ogni individuo racchiude in se, comunicandole al mondo circostante.
Il pastore solitario, l’uomo che si fa la barba davanti allo specchio, la donna dedita a rimboccare le coperte del letto, accompagnano le loro azioni e i loro pensieri con motivi musicali che donano alla
monotona quotidianità, una veste più allegra e coinvolgente.
Il canto corale spontaneo, presente nelle feste paesane, rappresenta un collante che rinforza l’appartenenza dei singoli al gruppo, evidenziando la loro attiva partecipazione alla vita comunitaria: i cantori, che seduti attorno a un tavolo imbandito con pietanze nostrane, alternano un giro di scodella e quattro chiacchiere all’intonazione di un brano popolare, non desiderano abbandonarsi a sentimenti e a ricordi nostalgici, ma soddisfano il loro bisogno di vivere da protagonisti e in pienezza il tempo della festa.
Eseguire da cìma a fónt una ballata, tenendo le finali lunghe, fermando la voce in ricorrenti pause e ricordando tutte le parole, crea nell’animo dell’esecutore un’indescrivibile pace interiore, lontana dalle sensazioni che emergono dall’uso dei marchingegni elettronici attuali.
L'attività di studio e di ricerca del Cantastorie Germano Melotti, raccolta in un'unica antologia contenente i canti della tradizione Camuna e molto altro
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